Villa San Cataldo
Le prime notizie relative al fondo sul quale sorgeva la villa risalgono al 1668, data in cui Giovanni Giuseppe Solima, marchese di Santa Marina, proprietario di un vigneto e giardino appartenuto a don Pietro Hyannuzzo, stipula un accordo per sistemare e ampliare un baglio antico.
La villa, quindi, nasce su una preesistenza. La villa del marchese passa per via ereditaria ai Galletti, principi di San Cataldo, che effettuano a loro volta ristrutturazioni e lavori di adeguamento alle nuove esigenze. Nel 1905 la villa fu venduta ai signori Meyer e Chandlory che a loro volta la cedettero in locazione ai Gesuiti che in breve tempo ne divennero i proprietari. A partire dagli anni ’30 del Novecento i Gesuiti apportano numerose modifiche all’impianto originario, iniziando i lavori di ampliamento con la costruzione di una nuova ala ad est. Vengono realizzati i dormitori per i seminaristi, una nuova chiesa, il refettorio.
La villa oggi è proprietà della Provincia Regionale di Palermo e ospita in parte il Liceo Artistico regionale “Renato Guttuso”. La flora grande di Villa San Cataldo rappresenta l’unico giardino storico bagherese che, per forma e dimensione, ha conservato l’originario impianto di forma rettangolare ed è delimitato da una balaustra ornamentale in pietra d’Aspra lavorata a traforo che lo isola dalla campagna circostante e ne scandisce l’intero perimetro, grazie anche all’elegante coronamento dei due caffeàus. All’interno un lungo viale attraversa il parterre in lunghezza, intersecato da viali secondari e da vialetti obliqui che determinano delle esedre perimetrali. Una esedra più grande accoglie ai due estremi due caffeàus esagonali usati come terrazze panoramiche, anche se la loro funzione era quella di accogliere esemplari di uccelli e fauna esotica, come i giardini di araba memoria. Al di là di questo giardino monumentale si estendevano le terre coltivate con il sistema irriguo tipicamente arabo, di cui ancora vi è traccia. Si possono ancora visitare i qanat presenti nel giardino.