Villa Palagonia, la villa dei mostri
La costruzione di Villa Palagonia ebbe inizio nel 1715 per volere di don Ferdinando Francesco Gravina IV principe di Palagonia.L’architetto ideatore della villa, con molta probabilità, fu il frate domenicano Tommaso Maria Napoli, già progettista di Villa Valguarnera; si ipotizza che ebbe come collaboratore Agatino Daidone, altro grande e stimato architetto siciliano. A Ferdinando Francesco Gravina VI principe di Palagonia, figlio di Ignazio Sebastiano, nipote del fondatore, si devono, invece, a partire dal 1749, i lavori per il completamento dei corpi bassi della villa, il viale di accesso con gli archi di trionfo e la particolare decorazione con i cosiddetti “mostri”. Altri lavori di sistemazione e riadattamento della villa vennero condotti da Salvatore Gravina VII principe di Palagonia, fratellastro e genero di Ferdinando Francesco. L’ultimo principe di Palagonia, Francesco Paolo Gravina, morto privo di discendenti, nominò come erede universale il cardinale Arcivescovo di Palermo il quale istituì una commissione che doveva amministrare e poi vendere tutti i beni lasciati dal principe. Il complesso di Villa Palagonia fu acquistato nel 1885, dopo un’asta pubblica, dal notaio e sindaco incarica della città di Bagheria Angelo Castronovo e dal fratello Francesco, arciprete di Bagheria. Ciò che rimane della villa oggi appartiene a più di quaranta proprietari, ma il piano nobile, la chiesa e le corti sono amministrate da una Comunione Ereditaria che ne cura oggi la conservazione, promuovendo interventi di restauro.
Alla villa si accedeva da Nord attraverso un arco a tre fornici che precedeva un quadruplice filare di cipressi. Alla fine di questo breve viale era collocato l’arco di trionfo, a unico fornice, dal quale si dipartivano le balaustre adorne di vasi, sedili e gruppi statuari che costeggiavano la seconda parte del viale che conduceva alla corte principale della villa. Su questa si affaccia il prospetto principale, concavo, il cui monumentale scalone a due rampe raggiunge il portale del piano nobile.
Oltrepassato l’ingresso si è accolti in un vestibolo ellittico affrescato con quattro delle dodici fatiche di Ercole, che immette, da un lato alla zona pubblica della villa con la famosa “Sala degli Specchi”, dall’altro alla zona privata del principe con la sala dei ritratti e l’alcova in cui si trova una imponente scena ambientata in Oriente. Al piano terra, sotto lo scalone, si apre un passo carraio che attraversa interamente il corpo della costruzione e conduce ad un secondo cortile. Qui si trova il prospetto posteriore, convesso, su cui si apre il loggiato del piano nobile. Circondano l’intera corte i corpi bassi destinati alla servitù sormontati da numerose statue di “mostri”. Nell’emiciclo occidentale si addossa anche una cappella dedicata alla Madonna degli Agonizzanti.