Villa Cattolica – Museo Guttuso
La villa venne costruita nel 1736 per volontà di Francesco Bonanno e Del Bosco, principe di Cattolica, duca di Misilmeri e conte di Vicari, così come si evince da un piccolo riquadro dipinto nella facciata principale, dove viene indicato l’anno della costruzione e il capo delle maestranze, tale mastru Giuseppe Pirrello, vassallo del principe di Cattolica.La villa sorge in un vasto loco appartenente al convento del Carmine di Palermo in cui già era impiantato un baglio con torre, magazzini e annessa chiesetta dedicata appunto alla Madonna del Carmine. Alla morte del principe Francesco Bonanno, i lavori di completamento furono seguiti dal figlio Giuseppe Bonanno e Filangeri, il cui stemma ancora oggi si conserva a Villa Cattolica. Nel 1765 a Villa Cattolica furono celebrate le nozze dell’erede Francesco Antonio Bonanno con Caterina Branciforti, figlia del principe di Butera e per tale occasione la villa venne rimessa a nuovo, anche se da lì a poco la profonda crisi economica in cui verserà la famiglia nobiliare segnerà il destino di decadenza del complesso. Con Giuseppe Bonanno e Branciforti il ramo maschile della famiglia si estinse. La villa fu comprata da Gioacchino Scaduto, commerciante di conserve alimentari che impiantò nei corpi bassi della villa una industria conserviera di pomodori. Il nuovo proprietario si premurò di restaurare il piano nobile, facendo realizzare delle decorazioni ancora oggi visibili; dopo di lui però il complesso monumentale subì un progressivo degrado, salvato dalla volontà e determinazione di Renato Guttuso che nel 1973 annunziando di fare dono al Comune di alcune sue opere, designò Villa Cattolica come sede idonea ad ospitare la sua collezione.
La villa è disposta al centro di una corte polilobata, salvata dall’edilizia selvaggia, presenta quattro ingressi ed è delimitata dai corpi bassi e da una chiesetta dedicata a S. Rosalia cui è possibile accedere dall’esterno. Nella corte settentrionale della villa è stata collocata la tomba di Renato Guttuso, monumento funebre in marmo azzurro realizzato da Giacomo Manzù. Nel 1988 il Comune di Bagheria ha acquistato la villa e dieci anni dopo, a seguito di un imponente restauro, il complesso monumentale è stato riaperto alla fruizione pubblica come sede del Museo Guttuso e luogo di promozione culturale. Il Museo ospita la collezione Guttuso e molte altre opere di artisti siciliani quali il pittore Pippo Rizzo, lo scultore Pellitteri, la sezione del manifesto cinematografico, grazie alla donazione di Filippo Lo Medico, la sezione del carretto e della sua pittura, dedicata ai fratelli Ducato, e le fotografie di Ferdinando Scianna, Giuseppe Tornatore, Mimmo Pintacuda e di altri apprezzati fotografi locali.