Villa Aragona Cutò
Nel 1712 Luigi Onofrio Naselli, principe di Aragona, firma il contratto per l’inizio dei lavori della sua villa nel Piano del Carmine, affidandone la direzione all’architetto Giuseppe Mariani, il quale stilò un primo progetto di un edificio più compatto con ali molto corte e un secondo progetto in cui, oltre ad ampliare l’edificio, si eseguì un ribaltamento gerarchico delle facciate.La chiusura del cantiere si data al 1716. La villa appartenne alla famiglia Naselli fino al 1789 quando, alla morte dell’ultimo erede, Baldassare Naselli, il presidente del tribunale di Palermo, procuratore del principe, procedette alla vendita dell’immobile. La villa con tutti i corpi bassi, compresa una chiesa di corte, fu acquistata in un primo momento dalla principessa Stefania Naselli ma, alla morte di questa, i figli eredi misero in vendita il complesso nobiliare che fu acquistato nel 1803 da Alessandro Filangeri La Farina, principe di Cutò. La villa ha una lunga e complessa storia di lasciti ereditari fino al 1908 quando una parte dell’immobile venne acquisita da famiglie borghesi, un’altra, la maggioritaria, venne venduta dal principe Alessandro Tasca al nipote Giuseppe Tomasi di Lampedusa fino a quando anche questa venne ceduta a famiglie non nobiliari. Nel 1991 la Villa Aragona Cutò è stata acquistata dal Comune di Bagheria e, dopo un’opera di restauro, è stata riaperta alla pubblica fruizione: è sede della Biblioteca Comunale e ospita nei suoi locali del piano nobile eventi culturali.
La villa è identificata come “Palazzo Cutò” per via della sua massiccia struttura quadrangolare ad “U” che ingloba una corte interna, priva di uno scalone esterno che conferisce all’immobile una struttura palaziale. Caratterizza la villa la presenza di un loggiato o altana che le conferisce solennità e imponenza e offre al visitatore lo sguardo verso il golfo di Palermo. Si racconta che proprio da quel loggiato i nobili proprietari assistevano ai giochi d’artificio alla Marina di Palermo in occasione del festino di Santa Rosalia.