Renato Guttuso
Renato Aldo Guttuso nasce a Bagheria, figlio di Gioacchino, agrimensore, per diversi anni geometra al Catasto di Napoli e sostenitore della realizzazione del “rettifilo” alberato di Aspra ma anche pittore e saggista, e di Giuseppina D’Amico di Capo d’Orlando e appassionata di musica.Renato nacque a Bagheria il 26 dicembre del 1911 ma per controversie con il Comune di Bagheria, venne registrato a Palermo il 2 gennaio del 1912. La famiglia Guttuso abitò prima al civico 361 di Corso Butera e poi in Via Diaz. Ad 11 anni, Renato cominciò a “giocare” con i colori nella bottega di Emilio Murdolo, pittore di carretto che aveva lo studio proprio a Corso Butera. Sin da subito cominciò a dipingere vedute, marine, immagini di Roma e Palermo. Ma i veri primi quadri Guttuso li vide a casa di Domenco Quattrociocchi, amico del padre, pittore paesaggista post-impressionista.
Nel 1927 dopo il ginnasio, Guttuso frequentò il liceo Umberto I di Palermo, iniziò a frequentare lo studio di Pippo Rizzo, pittore futurista di Corleone. Nel 1930 si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza che abbandonerà l’anno successivo per dedicarsi totalmente alla pittura.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale Guttuso, ventisettenne, richiamato alle armi, prestò servizio ad Ascoli Piceno ma venne dopo poco rilasciato per motivi di salute. Collaborò all’organizzazione del Partito Comunista con Amendola, Ingrao, Moravia, Levi e Vittorini. Dopo la caduta del fascismo, Guttuso si impegnò attivamente nella Resistenza e nel 1945 aprì lo studio in via Margutta pur vivendo ancora in condizioni precarie. Dal PCI gli venne affidato il compito di elaborare il simbolo del nuovo partito, la falce e il martello. Nel 1946 Renato Guttuso incontrò per la prima volta Pablo Picasso, i contatti tra i due artisti non si interruppero mai,Guttuso, infatti era attratto da Picasso, dal suo metodo. Nel 1950 Renato sposa in Campidoglio a Roma Mimise Dotti, avendo come testimoni Carlo Levi e Pablo Neruda. Guttuso lavorò con grandi personalità del cinema, per I sequestrati di Altona di Vittorio De Sica realizzò dei grandi disegni sulle torture nei campi di concentramento nazisti. Alla fine degli anni ’60 si trasferisce a Palazzo del Grillo, sempre in quegli anni realizza le illustrazioni per I Miserabili di Victor Hugo. Nel 1965 realizza la sua unica scultura Edicola, oggi al Museo Guttuso. Nel 1974 Guttuso dipinse La Vucciria, un olio su tela di m 3×3 definita dallo stesso artista una grande natura morta con in mezzo un cunicolo entro cui la gente scorre e s’incontra. La Vucciria è uno dei mercati storici di Palermo, un tempo ricco di colori e di odori che si mischiavano al vocìo dei commercianti banditori. L’opera fu donata da Guttuso all’Università degli Studi di Palermo ed è ad oggi esposta nella sede del rettorato a Palazzo Chiaramonte Steri a piazza Marina. Nel 1983 iniziò ad elaborare la grande decorazione del soffitto della sala del Teatro Vittorio Emanuele di Messina con la Leggenda di Colapesce. Nel 1985 il Comune di Bagheria conferì al maestro la cittadinanza onoraria. Il 18 gennaio del 1987 il maestro Guttuso muore lasciando incompiuto il grande dipinto Nella stanza le donne vanno e vengono, oggi esposto al Museo Guttuso di Bagheria.